PARTE SECONDA 3 – L’epidemia di HIV/AIDS “con caratteristiche cinesi” – dal 2002 al 2014

  1. Storia dell’epidemia 2002 -2014
    3. a) Pubblicazioni scientifiche
    I lavori scientifici pubblicati in questo arco di tempo, anche limitandoci a quelli più rilevanti, sono molto numerosi, e riassumerli anche il più succintamente possibile, ha occupato parecchio spazio. Il lettore meno paziente può limitarsi a scorrere solo le parti scritte in grassetto, guardando magari la documentazione di quelle che ritiene più interessanti o coinvolgenti.

Segue la cronistoria delle pubblicazioni che forniscono i dati più significativi riguardanti l’epidemia nei donatori a pagamento, con brevi citazioni,per confronto anche sui dati riguardanti i donatori volontari, i tossicodipendenti endovena ed i pazienti trasfusi.

Infine, in un intero capitolo (PIETRE MILIARI), verranno riportati più estesamente i lavori scientifici (articoli di riviste e saggi in interi volumi) che forniscono una visione generale della vicenda nei suoi vari aspetti medici, economici e politico/sociali. (Parte TERZA)
Nel 2004, la realtà dei “Villaggi del plasma” nella Cina rurale viene descritta in tutta le sua estensione e gravità.
Scienziati dell’ Università Fudan di Shanghai pubblicano i risultati di uno studio condotto tra i   residenti di un villaggio rurale della Cina centrale (il villaggio è indicato dalla sigla “ZY”). È uno studio molto ampio e documentato, dove vengono riportati i casi di persone contagiate dall’HIV compresi i morti di AIDS. Queste le CONCLUSIONI: “Alcuni villaggi nelle regioni rurali della Cina Centrale evidenziarono una elevata prevalenza di HIV. Gli ex donatori di sangue pagati erano responsabili della principale via di trasmissione in questi villaggi. Tuttavia, la trasmissione sessuale e da madre-a-figlio stavano diventando le vie dominanti nella popolazione generale che richiedeva l’adozione di azioni efficaci per contenere la diffusione dell’HIV”. (nota 1)

L’anno successivo, compare una serie di pubblicazioni che culminerà nel 2010. Infatti, L’esplosione dell’AIDS avvenne nei donatori circa un decennio dopo la massiccia diffusione del contagio, quando non era più possibile sottovalutare o addirittura cercare di nascondere la tragedia.

Questa serie di lavori fornisce informazioni sempre più ampie e dettagliate anche sulla clinica, la storia naturale, la coinfezione con il Virus Epatite C (HCV) e la trasmissione dell’ infezione HIV alle mogli ed ai figli nelle Province più colpite (Henan, Anhui, Shandong, Shanxi e altre).

Il primo studio, dai Centri di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC) di Pechino,riguarda la trasmissione dell’infezione dai donatori sieropositivi alle loro mogli, che poi infettano, a loro volta i propri figli.(nota 2)

Sempre dal gruppo di Pechino, viene effettuato uno STUDIO RETROSPETTIVO di COORTE, per valutare il tempo intercorso tra il momento dell’infezione, l’insorgenza dell’AIDS e la morte, ovvero la STORIA NATURALE della MALATTIA.
Entrano nello studio 178 pazienti, ex donatori di plasma, di 2 Contee della Cina Centrale che non erano stati trattati con ARV (farmaci Anti Retro Virali).
RISULTATI: “ Il periodo di incubazione fu mediamente di 8,31 anni… la sopravvivenza fu di 9,90 mesi dopo l’insorgenza dell’AIDS .” (nota 3)
Nello stesso numero della Rivista cinese, viene subito dopo pubblicato un altro studio epidemiologico sui donatori pagati della Provincia di SHANDONG. Lo studio risale all’Agosto 2003 e conferma l’elevata prevalenza di sieropositivi soprattutto tra i donatori di plasma:
Vennero esaminati 661 residenti tra i 20 e 60 anni. Tra gli ex donatori la prevalenza di sieropositivi fu del 3,98% rispetto ai non donatori (0,48%), e più elevata in coloro che avevano donato solo plasma (7,24%), rispetto a coloro che avevano donato sia plasma che sangue intero (2,90%). Nessun infetto tra i donatori di solo sangue intero. Quasi tutte le infezioni erano avvenute tra il 1993 e il 1995. (nota 4)

Nel 2006 Ancora diversi studi epidemiologici,

DETELS e WU dalla California con G. JI e coll., pubblicano uno studio “CROSS SECTIONAL” sulla prevalenza di HIV sieropositività nei residenti di villaggi contaminati dell’ANHUI: CONCLUSIONI: “La prevalenza di infezione HIV è elevata tra i residenti rurali in villaggi con precedente business del plasma commerciale. L’infezione   era associata con le donazioni di plasma, ma non con quelle di sangue, L’epidemia HIV/AIDS si è diffusa tra i non donatori soprattutto mediante la trasmissione sessuale. Per evitare l’ ulteriore trasmissione necessitano: Educazione, Tests, e Preservativi”. (nota 5)

Ritorna il gruppo pechinese con uno studio Cross- Sectional del 2004 sulla prevalenza della coinfezione HIV/HCV in tutti i residenti adulti di 4 villaggi contaminati nello SHANXI: CONCLUSIONI: “Le infezioni HIV ed HCV sono ora prevalenti in queste comunità cinesi. I progetti HIV devono considerare Screening e Cure per la coinfezione HCV”. (nota 6)

Dall’Università Zhengzhou nell’Henan, si riferiscono i dati sulla diffusione del virus HIV nei donatori, con elevata prevalenza di AIDS in un villaggio (siglato WY) nella Provincia epicentro dell’epidemia (l’HENAN) dove si riscontrano le prevalenze di infezioni più elevate. (nota 7)

Ancora dai CDC di Pechino uno studio epidemiologico, clinico e di laboratorio effettuato su 294 ex donatori della Provincia dell’ANHUI, infettati con l’HIV, attualmente viventi , e non trattati con Antivirali. Scopo del lavoro è di studiare le caratteristiche associate con la progressione della malattia per programmare gli interventi futuri e sviluppare un vaccino (nota 8).
Alla fine del 2006 ancora un lavoro del CDC pechinese: riferisce altri i risultati sempre dello stesso studio epidemiologico “cross-sectional” nella Provincia dello SHANXI. CONCLUSIONE: “Attualmente l’epidemia HIV nella comunità degli ex donatori commerciali di sangue presenta una bassa prevalenza nella Provincia dello Shanxi e la maggior parte delle infezioni va correlata alla donazione di sangue e plasma”. (nota 9)

Nei lavori finora citati si conferma l’enorme diffusione dell’infezione HIV negli ex donatori, va ribadito sopravvissuti, nelle zone della plasmaferesi commerciale “non regolata”, e la trasmissione a coniugi e figli. Vengono anche fornite informazioni sulle manifestazioni cliniche (pre-AIDS e AIDS conclamata aggravate dalla coinfezione con l’HCV. Per confronto, vengono riportati i dati epidemiologici riguardanti donatori di sangue volontari esaminati nel decennio 1993- 2004, che mettono in evidenza la grandissima sproporzione tra le prevalenze di HIV negli ex donatori pagati da quelli volontari: da un massimo di 40 su 100 nei primi ad un massimo di 1 su 37.000 nei secondi:
Risultati di un Centro Trasfusionale della provincia dello ZEIJANG (zona costiera a metà strada tra Henan e Yunnan) (nota 10):
2007 – 2009. In questi 3 anni si registra un numero più limitato di lavori, ma che esaminano casistiche più ampie e approfondiscono altri aspetti cruciali quali : prevenzione, trattamento con farmaci Anti Retro Virali (ARV), difficoltà ad ottenere le cure, conseguenze sulle condizioni psicologiche, cognitive e sociali (stigma) dei malati…

Dal CDC di Pechino, si documentano i problemi che l’emergente epidemia di AIDS comporta per i contadini poveri delle campagne: “Per questo gruppo, i costi necessari per mantenere la salute sono spesso al di sopra dei loro mezzi”.  Lo studio riguarda 20 malati di AIDS, “ infettati con le procedure commerciali contaminate di raccolta di sangue e plasma”, nella zona rurale dell’ANHUI, e di altrettanti soggetti (familiari, operatori sanitari, e residenti sani), come controlli… (nota 11).

Sull’argomento interviene in dicembre anche il Ministero della Salute Cinese, che pur riconoscendo il peculiare (unique) pattern dell’epidemia HIV/AIDS in Cina, rivendica i provvedimenti che vengono elencati di seguito e conclude: “Le rimarchevoli realizzazioni conseguite in un così breve periodo di tempo, indicano che la Cina è fortemente impegnata a limitare l’epidemia ed a mantenere una bassa prevalenza dell’HIV in futuro” (nota 12).
Nel 2008, seguono tre ampi studi retrospettivi, tutti del Centro Nazionale CDC di Pechino. sul decorso della malattia (incubazione, comparsa dell’AIDS e sopravvivenza) negli ex donatori infettati in passato, trattati e non trattati con la terapia anti retrovirale (HAART = High Active Antiretroviral Therapy).

Il primo studio fu condotto su tutti i soggetti, infettati dal 1992, in 10 Contee di 6 Province, fortemente contaminate (l’87% dell’HENAN), nel periodo 1993 – 2006. Su 4093 soggetti, la mortalità risultava nel 2001 pari a 22,7 / 100 persone/anno per diminuire al 4,6 nel 2006. Il trattamento HAART risultò molto efficace (nota 13).
Il secondo studio discute la storia naturale ed i fattori che influenzano l’infezione HIV. Vengono analizzati 7551 casi, di cui 4865 (86,52%) progrediti in AIDS. Il periodo medio di incubazione per la progressione in AIDS fu di 9 anni. Dei 1157 casi di AIDS non trattati con ARV, la sopravvivenza media fu di 6 mesi (nota 14).
Il terzo studio, condotto su 8 contee in 4 Province, fornisce ulteriori conferme a quanto rilevato nei precedenti due studi. Furono studiati 530 casi di infezione HIV: dei 334 (63%) progrediti in AIDS, 166 non trattati con ART sopravvissero mediamente 9,1 anni, 168 furono trattati con ART e sopravvissero mediamente 12,1 anni (nota 15).

Infine, ancora uno studio retrospettivo di coorte dall’Università di Shagquiu (HENAN), sull’incidenza e la morte tra gli ex donatori pagati sofferenti di AIDS. Il tasso di infezione nel gruppo dei donatori fu del 35,87% (373/1040), il periodo medio di incubazione dell’AIDS fu di 8,87 anni. L’incidenza cumulativa di AIDS a 10 anni, fu del 92,23% (344/373). Il periodo medio di sopravvivenza fu di 5 anni, correlato soprattutto al trattamento antivirale (nota 16).

Nel 2009 uno studio condotto nella Provincia dell’ ANHUI, affronta una questione scottante riguardante gli ex donatori infettati delle aree rurali cinesi: lo stigma.

Interviste effettuate a 79 soggetti residenti con HIV/AIDS e rilevano: “…stigma diffuso (81,%), abbandono e lo scansare (avoidance), stigma e discriminazione nell’ambito degli ambienti sanitari (47,4%), mancanza di supporto sociale (33,3%). Il livello di stigma era inferiore nei villaggi dove vi era un maggior numero di abitanti HIV-positivi e vice versa. Le ragioni dello stigma e discriminazione includeva: ignoranza o fraintendimento sull’HIV/AIDS (57,5%), paura (32,5%) e giudizio morale verso i soggetti infettati. La maggioranza dei partecipanti HIV positivi non voleva rivelare il proprio stato agli altri per proteggere i membri della loro famiglia ed i bambini”. (nota 17)

2010 Quest’anno presenta numerosi lavori scientifici che forniscono informazioni sempre più ampie e dettagliate sulla epidemia HIV/AIDS da donazione di sangue/plasma, a scopo di lucro, nelle zone rurali della Cina centrale.

Apre la serie un ampio e rigoroso studio del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California, che ha studiato il declino cognitivo   in un gruppo di ex donatori di plasma infettati con l’HIV. Nel corso del periodo di osservazione (un anno), è risultato che, malgrado il trattamento antivirale in atto, il declino cognitivo nelle persone HIV positive è comune (27% dei casi rispetto al 5% nei controlli) (nota 18).

Sempre sulle condizioni psicologiche degli ex donatori di sangue e plasma infettati con l’HIV e delle loro mogli, uno studio dell’Università di Hong Kong, riscontra una prevalenza di ideazioni suicide e un tentativo di suicidio nell’ultimo anno, del 34% nei donatori e dell’8% nelle loro mogli. Molti soffrivano di depressione, fattore di rischio di suicidio. Sono necessari servizi di assistenza al riguardo, non disponibili nella Cina rurale (nota 19).

Infine, uno studio condotto in 3 Contee nell’HENAN, dalla Scuola Infermieri di Pechino, rivela che 100 malati terminali di AIDS in 3 Province dell’HENAN (ex donatori di plasma commerciali), in trattamento antivirale dal 2003, indagati: “…per le loro condizioni, inclusa qualità di vita e felicità… globalmente la qualità di vita era moderata. Livelli più elevati corrispondevano a spiritualità/religione/credenze personali (personal beliefs), superiori alla media della popolazione Cinese” (nota 20).

Il lavoro successivo, sempre dai CDC di Pechino, è un altro studio sulla storia naturale dell’HIV tra gli ex donatori di plasma commerciali in 7 villaggi della Contea di Shangkai nella Provincia dell’HENAN. Ecco i conclusivi dati   relativi al periodo 1995 – 2008, che riguardano 2569 casi di infezione da HIV, inclusi 483 morti sospette di AIDS: il periodo medio di incubazione dell’infezione prima dell’ insorgenza dell’ AIDS fu di 8,8 anni, e la sopravvivenza media dei pazienti dall’insorgenza dell’AIDS alla morte fu di 1,2 anni. Solo 337 pazienti risultavano con malattia a lungo termine non-progressiva, evidentemente i pochi trattati con anti-retrovirali (nota 21).

Il successivo lavoro dal CDC dello Yunnan aggiorna al 2007, sulla situazione dell’Epidemia HIV nella Provincia dello YUNNAN (quella della droga).

Vengono riportati 57.323 casi di infezione HIV che dilaga soprattutto per la droga endovena, per via sessuale omo- ed etero-, con percentuali che mediamente crescono di 10 volte dal 1992/1995. Ma anche i Donatori di sangue (volontari) sono interessati: dallo 0,0075% nel 1992 allo 0,084 % nel 2007 (nota 22).

Va osservato che lo Yunnan, Provincia dalla quale partì l’Epidemia HIV, che colpì principalmente gli utilizzatori di droga endovena, nel 1992 vedeva coinvolta in minima misura la popolazione di soggetti con minimi “comportamenti a rischio”, vale a dire i donatori di sangue volontari, sieropositivi solo nella misura di 7,5 per 100.000. Nell’Henan e nelle altre Province rurali centro cinesi quest’ ultima prevalenza doveva senz’altro essere ancora minore quando partì la plasmaferesi commerciale (1992-1996). Perché potesse venir infettato un numero così elevato di contadini poveri, fino al 40% in alcune zone, occorreva impiegare metodi capaci di moltiplicare le infezioni in modo esponenziale per centinaia di migliaia. Ed ecco, subito dopo per confronto, quattro ampi lavori, tutti riguardanti la Provincia dell’HENAN.

Il primo lavoro, compare in febbraio, affiancato al precedente nella Rivista internazionale Journal of Acquired Immunodeficiency Syndrome Dal CDC dell’Henan, vengono riportati i dati sull’infezione   tra il 2004 ed il 2006 in 35.232 soggetti, residenti in 159 contee dell’HENAN. Si conclude: “L’epidemia HIV/AIDS nell’Henan è primariamente incentrata tra gli ex Donatori di Plasma infettati prima del 1996. La trasmissione sessuale di HIV è in aumento tra gli altri gruppi a rischio” (nota 23).

In settembre, il secondo lavoro della Università di Shenyang, è un ulteriore studio sulla storia naturale dell’infezione negli ex Donatori, sempre della Contea di Shangkai nell’HENAN, su di un numero maggiore di soggetti infettati (5484), rispetto allo studio sopracitato. Si confermano i dati agghiaccianti: durata media della fase asintomatica 9,21 anni e durata media di vita dopo la comparsa dei sintomi dell’AIDS 9,91 mesi (nota 24).

Sempre in settembre, dal CDC di Pechino, si riferiscono i dati sulla mortalità in 7 villaggi sempre nella Contea di Shangkai nell’HENAN. I dati riguardano il periodo dal Gennaio 1995 all’ Ottobre 2007: i numeri della tragedia sono veramente impressionanti, non si può far altro che definirli una strage, e vengono riportati per esteso in grassetto nella nota (nota 25).

Nel quarto lavoro, sempre dal CDC dell’HENAN, vengono riportati i nuovi casi di HIV/AIDS e le relative morti nella Provincia dell’HENAN, dal 2008 al 2009. I dati sono stati rilevati dal Sistema Nazionale online di “Case Reporting”. Sono dati aggiornati che confermano il persistere della tragedia a circa 15 anni dopo lo scoppio dell’epidemia (nota 26).
Leggendo questi freddi dati non si può evitare di immaginare le indicibili sofferenze di ciascuna vittima di questa assurda strage, comprese quelle dei familiari (una moglie ed un figlio pure infettati), aggravate dalla discriminazione, la mancanza di terapie e cure adeguate e pensare a quanti casi analoghi, non registrati nelle statistiche, siano avvenuti nelle altre Contee dell’HENAN e, anche se come vedremo in misura minore, nelle altre Province dove era avvenuto l’abominevole commercio. E va sempre aggiunto anche il numero di vittime non identificate perché morte prima dell’avvio dello screening allargato (2004), e quelle che si erano sottratte al test per evitare la discriminazione.

2011 – 2014 L’ultima serie bibliografica comprende una decina di lavori che riassumerò brevemente perché confermano quanto già abbondantemente documentato in precedenza. Alcuni dati vanno però evidenziati perché forniscono importanti informazioni sull’entità della strage.

2011, Dal CDC Pechino, uno studio retrospettivo   in un gruppo di ex Donatori di sangue pagati, si calcolano i periodi medi di incubazione dell’AIDS, che risultano poco inferiori a 10 anni (nota 27).

2012, un altro studio retrospettivo di coorte dal CDC della Provincia dell HEBEI, condotto su 142 casi di AIDS in Ex Donatori Commerciali di Plasma (FCPD) seguiti dal 1995 al 2010 riporta una mortalità cumulativa = 100%, Sopravvivenza dall’infezione alla morte = 115 mesi (9,6 anni) (nota 28).

Due altri lavori rilevano l’elevata prevalenza di infezioni da HIV/AIDS in Riceventi di Sangue. L’uno, sempre del precedente Autore, riporta il numero cumulativo di infezioni nella Provincia dell’HEBEI al Dicembre 2010: di 354 casi, 142 erano Fx Donatori di Plasma e 212 Riceventi Sangue (nota 29). L’altro, dall’Università della Provincia di SHANDONG, rileva in 2087 soggetti HIV positivi appartenenti a diverse categorie ad alto rischio di infezione, che le prime due di queste categorie sono gli ex Donatori di sangue pagati ed i Riceventi di Sangue. Tutti presentano inoltre elevata coinfezione con HCV, HBV e Sifilide (nota 30).

I dati riportati dagli ultimi due lavori citati, vanno messi in forte evidenza perché forniscono cifre elevatissime di infezioni HIV/AIDS in riceventi di sangue in due Province, contigue a quella più contaminata dell’HENAN, ma meno implicate nel commercio del sangue, come vedremo in seguito.

2013, uno studio socio-epidemiologico condotto in un villaggio dell’HENAN scelto a caso tra i 38 più colpiti dalla pandemia HIV/AIDS, fornisce cifre indicative per poter avere una idea almeno approssimativa sull’entità della strage da donazione commerciale di sangue, avvenuta nella prima metà degli anni ’90, e definita dagli Autori come: “La più ampia coorte conosciuta nel mondo correlata alla donazione di sangue, ma non ancora descritta in modo completo”. Si conclude che: “…la donazione di sangue commerciale e l’epidemia HIV/AIDS nell’area del villaggio sono correlate simbioticamente. L’epidemia è temporalmente e socialmente determinata” (nota 31).

2014,  In un lavoro da vari CDC nell’HENAN, si riferiscono i dati di una indagine Caso-Controllo sui fattori di rischio per l’infezione HCV in degenti di 7 Ospedali della Provincia: i due principali fattori di rischio risultarono essere: la Donazione di Sangue (27,6% contro il 2,2% nei controlli) e la Trasfusione di Sangue (27,6% contro 5,2%) (nota 32).

Si conferma l’elevatissima trasmissione dell’HCV con la con la donazione, ma anche con la trasfusione dei sangue nell’HENAN.

E concludiamo con un lavoro dal Centro Trasfusionale di NANJING nella Provincia di JIANGSU (Provincia ricca sulla costa dove c’è SHANGHAI) che riporta la prevalenza dei marcatori HIV, HBV ed HCV nei Donatori Volontari in quella zona. I test sono eseguiti con i metodi più avanzati (determinazione degli Acidi Nucleici dei virus : NAT). Le prevalenze sono molto basse, sotto l’1.0% per HBV ed HCV e dell’8,9 per 100.000 per l’HIV. Quest’ultimo dato si riferisce a 641.401 determinazioni dal 2003 al 2013. Si conferma la bassissima diffusione dei principali   virus trasmissibili con il sangue nei Donatori Volontari cinesi nelle zone più ricche, come già avevamo visto nella Provincia limitrofa dello ZHEIJANG (nota 33).

3. b) Pubblicazioni, Saggi, Reportages su Riviste, Stampa popolare, Tv e web

Dopo la clamorosa pubblicazione del “Titanic Peril”, le informazioni sull’epidemia da HIV/AIDS nei donatori cinesi dilagano nei media, sia quelli più specialistici che quelli ad ampia diffusione popolare. In occidente le informazioni sono più documentate anche con drammatiche testimonianze e servizi fotografici e video molto crudi (INSERTO 4), in Cina vige sempre una ferrea censura quando le questioni tirano in ballo le innegabili responsabilità dei governanti e dei funzionari politici. Pertanto le informazioni sono “addomesticate” in modo da far risaltare il pure innegabile impegno del Governo Centrale di Pechino e far ricadere tutta la responsabilità della tragedia alle “pratiche non corrette” e “illegali” delle stazioni di raccolta “commerciali” (molte, come si è visto gestite da rappresentanti politici e anche militari: esercito e marina).

Dal 2002 al 2007 l’epidemia viene riportata da varie fonti: il Rapporto “Titanic Peril” rappresenta la fonte principale di informazioni, arricchite da altre testimonianze e inchieste: riportiamo qui quelle più note e significative. In un saggio/reportage, il giornalista francese Pierre HASKI (2005), venuto a conoscenza dai media fin dal 2000, che una allarmante epidemia di AIDS è ampiamente diffusa tra i contadini poveri della popolosa Regione dell’Henan nella Cina centrale, non esita a recarsi di persona in loco nell’arco di tre anni (2001 – 2004), ed è testimone diretto della tragedia che documenta avvalendosi di una sconvolgente documentazione fotografica, effettuata da Bertrand MEUNIER. Questo rapporto è molto ben documentato ed è una fonte preziosa di informazioni e testimonianze dirette confermate anche da molti altri (nota 34 e INSERTO 4).

Anche la Relazione presentata sul web di un medico francese Michel RAFFA (2006), è ampiamente documentata e puntuale nel riportare le tre fasi della storia dell’epidemia e nella descrizione della criminale plasmaferesi, che abbiamo sopra riportato (INSERTO 1).

Ma il resoconto più coinvolgente e sconvolgente sull’epidemia nei contadini dell’Henan è uno straordinario Romanzo, che può essere paragonato per qualità letteraria a “La Peste” di Camus. Ma qui la peste non è un luogo della fantasia per descrivere situazioni umane e condizioni psicologiche paradigmatiche, ma è la tragica realtà descritta con grande vigore poetico e diretta partecipazione umana dallo scrittore Yan LIANKE (2005) (nota 35).

Infine vi è anche un saggio italiano, pubblicato nel 2004, da Pino PIGNATTA e Stefano BERTONE, un giornalista ed un avvocato, che dedicano un intero capitolo alla questione con il titolo: “L’ultimo inferno: lo scandalo delle trasfusioni in Cina” (nota 36).

Tra i media occidentali, il 28 Novembre 2001, la BBC è tra le prime a riferire sul Rapporto delle Nazioni Unite relativo al Programma per l’AIDS, e ancora. Il 9 febbraio 2003, il quotidiano la Repubblica” pubblica un articolo dal titolo: “Cina, la città che muore di AIDS . Vendevamo il sangue per fame”. Nel Science, Jon COHEN, uno dei più autorevoli collaboratori scientifici pubblica tre articoli: “HIV/AIDS in Cina.
1)Uno scoop di proporzioni internazionali
2) Una pratica non sicura ha trasformato i donatori di sangue in vittime
3) Pronti per il Decollo?”
Infine nel 1996, l’autorevolissima rivista medica The Lancet (in prima fila ad occuparsi dell’epidemia fin dal 1995), affronta il gravissimo problema degli orfani cinesi dell’AIDS nelle zone rurali “China’s AIDS orphans” (2006) (nota 37).

Dal 2007 al 2015 vengono pubblicate quattro Relazioni: 3 del Governo Cinese e l’UNAIDS Cina e una della “Charity” internazionale AVERT (nota 38).

1) A Joint Assessment (2007) è la Relazione datata Dicembre 2007, redatta dall’Ufficio del Comitato di Lavoro sull’AIDS del Consiglio di Stato (Cinese), congiuntamente (Joint) con il Gruppo delle Nazioni Unite sul Tema dell’AIDS in Cina, riassume in tre capitoli:
a) La situazione AIDS in Cina
b) i Risultati ottenuti dalle Risposte all’AIDS
c) le Sfide e le Raccomandazioni. L’obbiettivo è quello di “… raggiungere l’obbiettivo globale del Piano di Azione della Cina per Ridurre e Prevenire la Diffusione dell’ HIV/AIDS   (2006 – 2010”). Ne riassumo qui i dati più significativi per la nostra storia (sempre in grassetto le informazioni essenziali):

Innanzitutto si riportano le cifre riguardanti l’infezione:

“ Il numero cumulativo di HIV positivi riportati alla fine di Ottobre 2007 era di 223.501, inclusi 62.838 casi di AIDS e 22.205 morti registrate. Nel 2007 il Ministero della Salute, l’UNAIDS e la WHO hanno fornito questa valutazione aggiornata dell’ epidemia AIDS in Cina. I risultati di questa stima mostravano che, alla fine del 2007, approssimativamente 700.000 sono ora HIV positivi (range 550.000 – 850,000)…”

Come si vede, sono numeri molto discrepanti. Ciò si spiega esaminando l’allegata Figura   che riporta i dati ufficiali sul numero annuale di HIV positivi e di AIDS 1985-2007, messa a confronto con quella dal 1985 al 2001 riportata dal “Titanic Peril” (FIGURA 1 e FIGURA 2: INSERTO 5). Il testo che illustra la figura dice testualmente: “Il notevole incremento degli HIV positivi riscontrato nel 2004 è dovuto principalmente allo screening intensivo degli ex donatori di sangue ed alla diffusa e rafforzata sorveglianza e testing”.

Si ammette dunque   che solo dal 2004, vale a dire dopo ben 12 anni da quando era partito il programma di plasmaferesi intensiva nelle campagne (1992), e ben nove anni da quando era stata documentata la sieropositività per l’HIV in numerosi donatori (dati comunicati sia alle Autorità Sanitarie Regionali che a quelle Governative), si iniziò lo screening su larga scala dei donatori stessi. Anzi, degli ex donatori sopravvissuti, dal momento che , come risulterà dai dati relativi alla storia naturale dell’epidemia , un gran numero di essi erano già morti di AIDS.
La Relazione continua riportando quanto segue:

“Il numero cumulativo delle persone che vivono con l’HIV/AIDS nello Yunnan, Henan, Guanxi, Xinjiang, Guandong e Sichuan rende conto dell’ 80,5% dei numeri totali riportati in Cina (vedi FIGURA 3 INSERTO 6)”.
E’ ben evidente dalla Figura3, come gli epicentri dell’Epidemia sono lo YUNNAN (e Regioni confinanti: Guanxi, Guangdong …), da dove entrò la droga, e lo HENAN (e Regioni confinanti: Hubei, Anhui, Hebei…), dove avvenne la Plasmaferesi commerciale.

Per quanto riguarda le vie di trasmissione, vengono riportati i dati relativi al periodo Gennaio – Ottobre 2007, relativi ai soggetti viventi con l’HIV. Risulta che le due vie prevalenti sono quella Eterosessuale (37,9%) e l’uso di droga endovena (29,4%). Ma c’è ancora un 6,1% dovuto a raccolta di Sangue e Plasma e un 4,2% per “Trasfusione di Sangue e Prodotti del Sangue”. Infine, in un ulteriore 17,5% di casi, la causa della trasmissione è “ignota”.

Vengono elencati i numerosi provvedimenti del Consiglio di Stato per la Prevenzione ed il Controllo dell’Epidemia : un Piano di Azione a questo scopo per il periodo 2006 – 2010, che promuove Campagne di informazione dirette a Lavoratori migranti dalle campagne, bambini e giovani, studenti universitari e la Campagna anti Discriminazione. Allo scopo vengono coinvolte le Organizzazioni di massa (come i Sindacati), e quelle della Società civile (anche le ONG ) nonché anche le Religioni: Cristiani, Buddisti e Islamici. Si propone il contenimento della trasmissione del Virus mediante Sangue e Plasma l’espansione dell’ accesso al trattamento con farmaci antivirali (ART) e con la Medicina Tradizionale Cinese.

Tutti questi Provvedimenti arrivano sempre con grandissimo ritardo. Informazione sull’AIDS e suo trattamento viene avviata   nell’Henan dal 2006.
Sull’argomento che più ci interessa, il Sangue, si dice:
“Le donazioni di sangue volontarie erano il 5,5% nel 1998 e raggiunsero il 95% a metà 2007”.
Riguardo alla espansione del programma di trattamento con farmaci Anti Retro Virali (ARV) nei sieropositivi :
“Alla fine di ottobre 2007 la fornitura di ARV fu estesa a 1,190 contee in 31 province (regioni autonome e municipalità). Il numero cumulativo di persone dai 15 anni in su che iniziarono il trattamento fu di 39,298 con 31,849 attualmente in terapia”.

Se il numero di sieropositivi   si aggira sui 200,000 mila soggetti e 62.000 in AIDS (ed è anche molto sottostimato), si vede come queste cifre siano solo una goccia nel mare.
Si sottolinea l’impegno del Governo:
“ Il Governo Cinese ha attivamente dimostrato il suo impegno alla società internazionale ed ha implementato il pricipio “Tre in Uno”. I leaders nazionali, inclusi il Premier Wen Jiabao ed il Vice Premier Wu Yi, fornirono ripetutamente esempi di supporto alle persone che vivono con l’HIV/AIDS ed ai bambini affetti dall’AIDS con azioni personali”.  

Tuttavia gli Autori della Relazione, ben consapevoli dell’enormità dei problemi sul tappeto, aggravati dai mancati tempestivi interventi, e addirittura dalla negazione, censura e persecuzione da parte di irresponsabili “Autorità Sanitarie”, rilevano come l’implementazione dei Programmi anti AIDS rimane debole in alcuni settori, soprattutto a livello locale. Non sono definite chiaramente le Responsabilità ed il Rendiconto delle attività programmate. Pertanto vengono fatte delle dettagliate Raccomandazioni per affrontare la numerose Sfide:

2) HIV and AIDS in China – HIV and AIDS Information from AVERT (2013)

AVERT è’ una Organizzazione internazionale non-profit a scopo Caritativo (Charity), con sede in Gran Bretagna, impegnata a prevenire (AVERTing) l’ HIV e l’AIDS nel mondo con l’ educazione, il trattamento e l’assistenza. Questo Documento è corredato da un’ampia bibliografia: 114 voci in gran parte relative ai Rapporti delle Nazioni Unite : UNAIDS (United Nations Programme on HIV/AIDS ) e UNGASS ( United Nations General Assembly Special Sessions), che vanno dal 2002 al 2012, e quindi aggiorna la situazione della Cina che era stata riportata fino al 2007 nel Documento N.1.

Iniziamo dai dati complessivi degli HIV positivi: dai (circa) 700.000 nel 2007, si passa ai 780.000 nel 2011. Ci sono “sacche di infezioni elevate in specifiche sottopopolazioni: “La maggior parte di quasi un milione di persone che vivono con l’HIV, il 70-80% del totale nazionale, vivono in in 6 delle 33 Province della Cina”. Tra queste spiccano sempre, con le massime prevalenze, lo Yunan, lo Henan e Province limitrofe, Ma vi è il pericolo che l’infezione si diffonda ulteriormente nella popolazione generale. Nel 2009 l’AIDS rappresentò, per la prima volta, la principale (leading) causa di morte tra le malattie infettive, superando sia la tubercolosi che la rabbia.

Il Documento aggiorna poi sui risultati ottenuti dai vari Provvedimenti adottati dal Governo cinese negli ultimi anni. “Nei primi anni del nuovo millennio, la Cina si svegliò sulla assai reale prospettiva di una epidemia generalizzata di AIDS nel paese. Da allora il Governo ha radicalmente cambiato la sua risposta all’HIV/AIDS, ed ha implementato un’ ampia serie di strategie indirizzate ai gruppi ad alto rischio, come pure all’ educazione della popolazione generale sulla prevenzione dell’HIV … Sebbene sia in atto uno sforzo concertato per affrontare l’epidemia, la battaglia non è per nulla vinta. Data l’ampiezza e la complessità dell’epidemia nel paese, molte sfide rimangono, e saranno necessari sforzi ben coordinati per continuare a fare progressi”.

Tra queste sfide viene elencato il Trattamento dell’HIV/AIDS: Malgrado gli innegabili progressi al riguardo: “Gli ostacoli, che impediscono a migliaia di persone l’accesso al trattamento, includono stigma e discriminazione, scarsità di fondi per il sistema sanitario e le caratteristiche del lavoro dei migranti. In particolare i lavoratori migranti risultano essere una popolazione sotto-servita dai programmi di trattamento, in quanto solitamente sono coperti dall’assistenza sanitaria solo nelle loro rispettive aree di residenza ufficiale”. Per quanto riguarda le NGO (Organizzazioni N on Governative), Attivisti AIDS e Governo Cinese: “… c’è ancora una serie di problemi politici che intralciano la risposta all’epidemia. La persistente restrizione in Cina sulla società civile, la libertà di espressione e associazione comportano la repressione e la persecuzione delle ONG per l’AIDS da parte delle autorità Cinesi. Sebbene, negli ultimi anni, gli ufficiali Cinesi più anziani abbiano mostrato una crescente tolleranza per le Organizzazioni AIDS non Governative, gli ufficiali locali hanno vedute più repressive. Le Autorità nelle Province costiere più ricche tendono ad essere più morbide e disponibili a supportare gli sforzi degli attivisti AIDS, mentre le zone rurali dell’interno risultano essere più oppressive nei riguardi della discussione pubblica sull’AIDS. Le Autorità locali nelle regioni più remote non sempre implementano le politiche sull’AIDS programmate dal governo centrale. L’Osservatorio sui Diritti Umani (Human Rights Watch) ha riportato numerosi esempi di persecuzione e sorveglianza sugli attivisti AIDS ed i gruppi di supporto, inclusa la incarcerazione di eminenti attivisti sull’AIDS ed i diritti umani come Hu Jia”.

3)China AIDS Response Progress Report – June, 2014 National Health and Family Planning Commission of The People’s Republic of China US-China Business Council
Si inizia con i numeri:
A fine 2013, furono riportati 437.000 casi di persone che vivono con l’HIV/AIDS (incluse 263.000 persone con HIV e 174.000 pazienti con AIDS) e 136.000 morti in tutto il paese”.
Le conclusioni: L’Epidemia di AIDS in Cina presenta le seguenti caratatteristiche e sfide:
Primo, il numero atteso di persone che vivono con l’HIV/AIDS continua ad aumentare. La situazione dell’epidemia è grave tra i gruppi a rischio ed in certe aree. Il carico di lavoro per il controllo dell’AIDS è in crescita.

Secondo, la trasmissione sessuale è stata la principale via di trasmissione. Questa via di trasmissione è nascosta e perciò difficile da controllare. Le tecniche ed i metodi di controllo esistenti hanno effetti limitati.  

Terzo, la copertura preventiva della trasmissione dell’AIDS da madre a figlio è ancora assai carente (insubstantial): una bassa percentuale di donne gravide viene esaminata per l’AIDS nel corso della gravidanza, all’inizio e/o a metà; le azioni per contrastarla (l’AIDS) devono essere implementate.

Quarto, man mano che aumentano i pazienti con l’AIDS, aumenta la pressione sulla disponibilità di farmaci e per il trattamento.

Quinto, le persone HIV positive ancora soffrono la discriminazione sociale per ottenere servizi medici, educazione e lavoro. Le politiche di supporto variano entro certi limiti nelle diverse aree, l’implementazione è sbilanciata.”

Come si vede, il Documento riconosce che l a situazione riguardante l’HIV/AIDS in Cina è   “grave”: l’epidemia è in aumento, i mezzi per contrastarla sono scarsi ed incontrano difficoltà ad essere implementati.

4) China AIDS Response Progress Report – May, 2015 National Health and Family Planning Commission of The People’s Republic of China US-China Business Council
A distanza di un anno sempre dall’UNAIDS Cina, ecco un nuovo Rapporto aggiornato al 2004: J numeri continuano a crescere: 501,000 infezioni, di cui 296.000 in AIDS, sempre con una elevata differenziazione nella prevalenza tra i diversi gruppi.
Vengono elencati i provvedimenti governativi ed i risultati ottenuti, ma la situazione generale rimane grave come risulta dalle caratteristiche e sfide riportate nei soliti cinque punti:
Primo: alcune persone che vivono con l’HIV/AIDS non sono state diagnosticate in Cina e la trasmissione sessuale è diventata la principale via di trasmissione dell’AIDS. Le misure di intervento diventano più difficili da implementare e la risposta è ancora impegnativa.
Secondo: la pubblicità sulla risposta all’AIDS non avviene regolarmente e non abbastanza. Non è sufficientemente pertinente verso i diversi gruppi ed è insufficiente nell’educazione, e ancora vi è discriminazione contro coloro che vivono con l’HIV/AIDS.
Terzo: con il continuo aumento dei casi riportati di persone che vivono con HIV/AIDS, il lavoro di testare, trattare e seguire con visite di controllo diventa più gravoso, in particolare nelle aree a prevalenza relativamente più elevata e nelle istituzioni di base, i problemi quali la scarsità e poca competenza del personale addetto sono particolarmente rilevanti.
Quarto: Il numero e il tasso di donne in età fertile infettate con HIV e sifilide cresce di anno in anno e il pressante lavoro di prevenire la trasmissione madre-bambino è in costante aumento; la fornitura di servizi è inadeguata in alcune aree e la qualità dei servizi non è elevata; e la gestione e l’intervento delle donne gravide migranti è difficoltosa.
Quinto: la comunicazione della situazione epidemica dell’AIDS e il lavoro di risposta tra i dipartimenti è insufficiente in alcune aree, le organizzazioni sociali implicate nella risposta sono distribuite irregolarmente, le loro competenze di lavoro non sono consistenti e la qualità e quantità del loro lavoro varia notevolmente”.

La situazione rimane quindi grave in particolare nelle zone rurali più colpite dall’epidemia.

Riportiamo infine dal Documento la FIGURA sulla diffusione dell’HIV/AIDS in Cina aggiornata al 2014 e la TABELLA sulle vie di trasmissione anno per anno dal 1985-2005 al 2014 (INSERTO 6 e INSERTO 7).

Per quanto riguarda i media e Tv nel periodo 2007 e 2015, vi sono notizie sporadiche riguardanti casi particolari.

INSERTO 4
DOCUMENTI FOTOGRAFICI E VIDEO
UN REPORTAGE FOTOGRAFICO
(Pierre HASKI IL SANGUE DELLA CINA 2005 op.cit.) ad opera del fotografo Bertrand Meunier. Una foto è riprodotta nella copertina del volume:pierre-haski-il-sangue-della-cinaLe immagini raccolte nei villaggi dell’Henan dal 2001 al 2004 mostrano le vittime dell’AIDS che vivono in condizioni di disperata miseria, come era avvenuto durante la grande carestia degli anni ‘70 e forse nemmeno per le carestie ed epidemie (non prodotte dall’uomo), nel corso della storia millenaria della Cina.UN FILM
VIVERE E’MEGLIO CHE MORIRE

Weijun ChenTo Live is Better than to Die – 2003 Peabody Award Acceptance Speech Pubblicato il 23 set 2015 Winner 2003 | A TV2 Denmark Production, Cinemax, HBO, BBC

Vivere è meglio che morire esamina la profondità della crescente epidemia focalizzandosi su di una famiglia nel villaggio di Wenlou nella provincia dell’Henan. Nel 2001 il cineasta/direttore/produttore WeiJun Chen viaggiò a Wenlou dove incontrò Ma Shengyi, un contadino povero, sua moglie Leimei, e i loro tre bambini. Circa tre anni prima, Shengyi e Leimei vendettero il loro sangue e contrassero il virus l’HIV. Essi lo hanno da allora trasmesso ai loro due figli più giovani.

vivere-è-meglio-che-morireUN FOTOGRAMMA DELLA MADRE LEIMEI

UN CORTOMETRAGGIO
The Blood of Yingzhou District (Chidren)
the-blood-of-yingzhou-district
un breve documentario diretto da Ruby Yang e prodotto da Thomas F. Lennon. Sugli effetti dell’AIDS sugi orfani     di Yingzhou nel Distretto di Fuyang, Anhui, Cina. Ha vinto nel 2007 l’Academy Award for Documentary Short Subject. https://en.wikipedia.org/wiki/The_Blood_of_Yingzhou_District
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INSERTO 5
FIGURA 1 (da : HIV/AIDS: China’s Titanic Peril 2001)hiv-cinaCasi di HIV/AIDS dal 1985 al 2001, forniti dal Ministero della Sanità (MOH) Cinese. L’impennata dei sieropositivi (colonne grigie) e dei casi di AIDS (colonne arancione) dal 1994 in poi è dovuta all’estensione dello screening soprattutto nei tossicodipendenti endovena. Lo screening esteso sugli ex donatori di plasma (sopravvissuti) partirà, molto dopo (2002). Notare i numeri sull’ordinata: migliaia.FIGURA 2 (da: A Joint Assessment, 2007)hiv-cina2007

Notare i numeri sull’ordinata: decine di migliaia.
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INSERTO 6
Diffusione dell’HIV in Cina e le Province più colpite:
FIGURA 3
diffusione-cina-2005 Crescita esponenziale dell’HIV (in Cina) da ATTANASIO GHEZZI, PIERANNI (2011)
FIGURA 4diffusione-cina-2011Distribuzione geografica in tutto il paese delle persone con HIV/AIDS nel 2014 (UNAIDS Cina 2015)
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INSERTO 7
TABELLA 1tabella1 Vie di trasmissione dei nuovi casi diagnosticati di HIV/AIDS per anno (UNAIDS Cina 2015)
IDU: Utilizzatori di CDroga Endovena FPD : Ex Donatori di Plasma MTCT: Trasmissione Madre-BambinoCome si vede dall’85 al 2005 i FPD rappresentano circa il 30% dei casi e sono quasi pari agli IDU. Va però notato che lo screening esteso dei donatori inizia solo dal 2004 (FIGURA 2), quando molti di essi erano già morti (probabilmente circa il 50% ). Dal 2005 al 2010 una elevata percentuale, 15/20%, di casi sono “sconosciuti”, verosimilmente appartenenti alle due categorie più numerose: IDU ed FPD.

Negli anni che seguono, le infezioni dovute al sangue (Donazione trasfusione)     diminuiscono, ma rimangono ancora significative negli anni 2009-2010 e si annullano solo dal 2013. Attualmente la trasmissione sessuale Omo- ed Etero- è quasi totalmente dominante.
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NOTE

  1. Lo studio fornisce i seguenti dati epidemiologici e demografici. “ Il villaggio viene scelto in quanto vi erano stati molti donatori di sangue a pagamento. Tutti i residenti al di sopra dei 16 anni furono invitati a partecipare allo studio. Di 2364 residenti, 1551 persone (527 famiglie) furono testati per l’HIV e 926 compilarono un questionario informativo (demografia, abitudini di vita, donazioni/trasfusioni di sangue). Vennero inclusi anche i nomi dei soggetti morti di AIDS o testati in precedenza per l’HIV dagli Ospedali e CDC locali. 115 residenti furono trovati essere HIV positivi, 29 esaminati in precedenza, dei quali 24 morti di AIDS. Prevalenza totale di HIV positivi nella popolazione: 9,1%, il 19% delle famiglie ospitava almeno un membro che viveva con l’HIV e di queste, il 25% ne ospitava più di due. Non vi era differenza nelle prevalenze di HIV positivi tra maschi e femmine ed i più significativamente numerosi erano tra i 40 e 50 anni di età. La prevalenza tra gli ex donatori pagati era del 22,4%. Tra i 115 residenti HIV positivi, le proporzioni di contrarre l’infezione HIV attraverso   -trasfusione di sangue, – rapporti sessuali, – e madre/figlio,   erano, rispettivamente: – 0,9% , -9,6% e -5,2%”. CHENG H, Qian X, Cao GH, Chen CK, Gao YN, Jiang QW. : Study on the seropositive prevalence of human immunodeficiency virus in a village residents living in rural region of central China. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2004 Apr;25(4):317-21.
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  2. Lo studio: “… è effettuato negli anni 2000 – 2002), in una comunità rurale dove c’era un ampio numero di ex donatori “illegali” di plasma. Allo scopo di valutare la trasmissione secondaria del virus dai donatori alle loro spose ed ai figli, vennero esaminati per l’HIV, e seguiti per 3 anni, 337 bambini al di sotto dei 7 anni, figli di donatori sieropositivi. Complessivamente, il tasso di prevalenza fu del 5%. I bambini nati da madri sieropositive, erano infettati per il 28,9%. Tutte le infezioni erano da HIV-1 sottotiop B’ … Si stimò che la diffusione avvenne nel 1994 o anche prima, Molte persone infettate stanno ora sviluppando l’AIDS, trattamento e cure sono urgentemente indispensabili per questi malati”.
    WANG L, Zheng XW, Qian HZ, Lü F, Xing H. : Epidemiologic study on human immunodeficiency virus infection among children in a former paid plasma donating community in China.   Chin Med J (Engl). 2005 May 5;118(9):720-4.
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  3. Lu L , Jia MH , Zhang LF, Wang Z, Qiao XC, Li DM. : A retrospective cohort study on the natural history of human immunodeficiency virus among former plasma donors in central China. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2005 May;26(5):311
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  4. ZHANG XF, Liu XZ, Tao XR, Huang T, Su SL, You XD, Qian YS, Fu JH, Wang N. : The epidemiological study on human immunodeficiency virus infection among paid blood donors living in Shandong provincial China Comprehensive Response Project. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2005 May;26(5):314-6.
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  5. “ la prevalenza complessiva nella popolazione risultò del 10,8% , con valori del 15,1% negli ex donatori, e del 4,8% nei non donatori. In questi ultimi,la HIV positività era maggiormente correlata con un coniuge positivo o con partners sessuali multipli. JI G, Detels R, Wu Z, Yin Y. : Correlates of HIV infection among former blood/plasma donors in rural China. AIDS. 2006 Feb 28;20(4):585-91.
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  6. “ … 3062 partecipanti dei quali il 29,5% riportava una storia di vendita di sangue o plasma. La coinfezione HCV risultò nell’ 85% degli HIV positivi e nell’ 8,7% degli HIV negativi. QIAN HZ, Yang Z, Shi X, Gao J, Xu C, Wang L, Zhou K, Cui Y, Zheng X, Wu Z, Lu F, Lai S, See comment in PubMed Commons below:::: : Hepatitis C virus infection in former commercial plasma/blood donors in rural Shanxi Province, China: the China Integrated Programs for Research on AIDS. J Infect Dis. 2005 Nov 15; 192(10):1694-700. Epub 2005 Oct 6.
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  7. La prevalenza di HIV positività nei donatori pagati risultò del 40,6 %. I contagi per via sessuale e per trasmissione madre-figlio risultarono, rispettivamente, del 2,0% e del 3,6% . CONCLUSIONE : in passato, la trasmissione dell’HIV avvenne nei donatori pagati, in futuro sarà per via sessuale”. ZHANG W, Hu D, Xi Y, Zhang M, Duan G. : Spread of HIV in one village in central China with a high prevalence rate of blood-borne AIDS. Int J Infect Dis. 2006 – Nov;10(6):475-80.
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  8. La “ non regolata raccolta di sangue e plasma” , avvenuta tra 10,8 e 12,8 anni prima ,causò la diffusione dell’HIV-1 e della co-infezione con l’HCV nell’89,5% , ma solo nel 3,7% con l’HBV. Fu osservato un deterioramento sia delle manifestazioni cliniche che dei parametri di laboratorio e l’aumento della carica virale, in parallelo con la diminuzione dei linfociti T4,, dei livelli di Emoglobina (Hb) e la comparsa di dermatosi. XU JQ Wang JJ, Han LF ed altri 22 coll. : Epidemiology, clinical and laboratory characteristics of currently alive HIV-1 infected former blood donors naive to antiretroviral therapy in Anhui Province, China. Chin Med J (Engl). 2006 Dec 5;119(23):1941-8.
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  9. “… i dati socio-demografici, medici e informativi sui comportamenti a rischio. La prevalenza totale era dell’ 1,3% (4,1% negli ex donatori e 0,1% nei non donatori) ; negli ex donatori si andava dall’ 1,5% – sangue intero, all’ 8,8% – sangue e plasma, e infine 21,6% – solo plasma. SHI XM, Yang ZM, Qian HZ, Qiao XC, Gao JH, Zheng XW, Wang N. : A cross-sectional survey on human immunodeficiency virus infection in a former commercial blood donating community. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2006 Nov;40(6):427-32.
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  10. “Su 6.600.000 donatori testati per HIV-1 e HIV-2 con metodi affidabili (ELISA e WESTERN BLOT), il tasso di infezione risultò dello 0,085% con una tendenza all’aumento da 1:600.000 nel 1995 all’1:37.000 nel 2004. Il tasso di infezione era più elevato nei maschi rispetto alle femmine”. MENG ZH, Yang J, Zhou HP, Yan LX. Retrospective study on HIV infection among blood donors in Zhejiang Province over 11-year period (1993 – 2004). Zhongguo Shi Yan Xue Ye Xue Za Zhi. 2006 Dec;14(6):1231-3
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  11. “ Una delle maggiori preoccupazioni per i malati del villaggio era l’insostenibile costo delle cure mediche, che li induceva a ritardare il ricorso ai servizi sanitari fino a quando i sintomi erano più gravi. Il ricorso al sistema delle cure sanitarie era anche influenzato dalla disponibilità delle medicine sovvenzionate, dalla distanza dal centro sanitario e dalla qualità dei servizi non gratuiti. Per contro, i partecipanti erano molto favorevoli ai servizi di trattamento antivirale, che sono ora gratuiti. Nell’area studiata, l’accesso alle cure sanitarie è ampiamente sovvenzionato, ma molti trovano questi servizi inaccessibili. Servono servizi più equi ed accessibili”. XU J, Sullivan SG, Dou Z, Wu Z; China CIPRA Project 2 Team: Economic stress and HIV-associated health care utilization in a rural region of China: a qualitative study. AIDS Patient Care STDS. 2007 Nov;21(11):787-98.
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  12. “…un, elevato tasso di infezione tra i tossicodipendenti endovena (IDUs) e gli ex donatori di plasma (FPDs)”, ma un “…tasso globale di infezione relativamente basso nel paese”, “grazie a vari progetti pilota condotti dagli scienziati Cinesi negli ultimi 10 anni, il Governo cinese ha compiuto passi importanti per la prevenzioneWANG L. Ministry of Health, the People’s Republic of China.: Overview of the HIV/AIDS epidemic, scientific research and government responses in China. AIDS. 2007 Dec;21 Suppl 8:S3-7. doi: 10.1097/01.aids.0000304690.24390.c2.
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  13. F. ZHANG e coll. ZHANG F, Dou Z, Yu L, Xu J, Jiao JH, Wang N, Ma Y, Zhao Y, Zhao H, Chen RY. The effect of highly active antiretroviral    therapy on mortality among HIV-infected former plasma donors in China. Clin Infect Dis. 2008 Sep 15;47(6):825-33. doi: 10.1086/590945.
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  14. ZHANG FJ, Dou ZH, Yu L, Ma Y, Wang N, Cao GH, Li CT, Zhao JX, Meng XD, Qiao XC, Huo W, Zhao HX, Liu ZF, Wang L, Shang H. An ambispective cohort study of the natural history of HIV infection among former unsafe commercial blood and plasma donors. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2008 Jan;29(1):9-12.
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  15. DOU ZH, Yu L, Zhao HX, Ma Y, Peng GP, Lu LX, Li ZH, Fu JH, Zhang FJ. Survival analysis of 530 HIV infected former unsafe commercial blood and plasma donors. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2008 Dec;42(12):879
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  16.  ZHU XY, Cui ZL, Huang ZJ, Zhu BJ, Wang N. : Study on AIDS incidence and death in previous paid blood-donated population, central China. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2008 Dec;42(12):906-10.
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  17. CAO XB, Feng GZ, Xu J, Pang L, Zhang HB, Dou Z, Xu C, Rou KM, Wu ZY. [A study of HIV/AIDS-related stigma and discrimination among former plasma donors in rural areas]. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2009 Nov;43(11):1022-5.
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  18. CYSIQUE LA, Letendre SL, Ake C, Jin H, Franklin DR, Gupta S, Shi C, Yu X, Wu Z, Abramson IS, Grant I, Heaton RK; HIV Neurobehavioral Research Center group. Collaborators (42) : Incidence and nature of cognitive decline over 1 year among HIV-infected former plasma donors in China.  AIDS. 2010 Apr 24;24(7):983-90. doi: 10.1097/QAD.0b013e32833336c8.
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  19. LAU JT Yu XN, Mak WW, Cheng YM, Lv YH, Zhang JX. Suicidal ideation among HIV+ former blood and/or plasma donors in rural China. AIDS Care. 2010 Aug;22(8):946-54. doi: 10.1080/09540120903511016.
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  20. SHENG Y, Qiu ZQ, He Y, Juniper N, Zhang Y. : L iving conditions and palliative care needs among end-of-life former commercial plasma donors affected with HIV/AIDS in rural Henan of China. Biomed Environ Sci. 2010 Aug;23(4):279-86. doi: 10.1016/S0895-3988(10)60064-5.
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  21. WANG L, Gao X, Wang Z, Cui ZL, Song LP, He WS, Wang SW, Chen CK, Wang N. :Study on the natural history of HIV among former commercial plasma donors caused by contaminated plasma donation in central China. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2010 Jun;31(6):633-7.
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  22. JIA M, Luo H, Ma Y, Wang N, Smith K, Mei J, Lu R, Lu J, Fu L, Zhang Q, Wu Z, Lu L. The HIV epidemic in Yunnan Province, China, J Acquir Immune Defic Syndr. 2010 Feb;53 Suppl 1:S34-40. doi: 10.1097/QAI. 0b013e3181c7d6ff.
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  23. Lo studio è ricavato dalla revisione dei dati raccolti dai Centri di Sorveglianza Sentinella della Provincia: uno studio epidemiologico speciale dell’HIV tra gli ex Donatori di Plasma ed altri gruppi ad alto rischio. E qui la situazione è completamente invertita rispetto allo Yunnan: la prevalenza di sieropositività HIV più elevata riguarda gli ex Donatori (8,6%) e molto minori sono le prevalenze tra tossicodipendenti endovena, “lavoratrici” del sesso, omosessuali maschi ed altri LI N, Wang Z, Sun D, Zhu Q, Sun G, Yang W, Wang Q, Nie Y, Wu Z. HIV among plasma donors and other high-risk groups in Henan, China. See comment in PubMed Commons belowJ Acquir Immune Defic Syndr. 2010 Feb;53 Suppl 1:S41-7. doi: 10.1097/QAI.0b013e3181c7d717.
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  24. ZHANG M, Shang H, Wang Z, Cui WG, Hu QH.: Natural history of HIV infection in former plasma donors in rural China. Front Med China. 2010 Sep;4(3):346-50. doi: 10.1007/s11684-010-0102-x. Epub 2010 Aug 12.
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  25. Furono analizzate le cause di morte e le caratteristiche dei deceduti. Vi fu un totale di 2546 morti, delle quali 521 (20,5%) erano AIDS-correlate, 525 (20,6%) sospette di AIDS e 1500 (58,9%) non correlate ad HIV/AIDS. La proporzione di morti tra le persone di età tra 20 e 49 anni risultava inferiore al 20% dal 1995 al 1997 , ma salì al 27,4% nel 1998 e raggiunse il 49,2% nel 2001, con un calo negli anni successivi che arriva al 29,5% nel 2007. Le morti correlate o sospette di AIDS tra le persone di 20-49 anni erano, rispettivamente, del 63,9% e del 70,9%. Il tasso di mortalità totale risultava del 7 per mille dal 1995 al 1999 e del 14 per mille nel 2002. Il nostro studio mostra che le morti correlate o sospette da HIV/AIDS furono la principale causa di morte a livello locale dopo il 1998, in particolare tra coloro di età tra 20-49 anni”. Li D, Chen H, Gao X, Wang L, Wang Z, Cui Z, Song L, He W, Wang S, Chen C, Wang N. Mortality survey on HIV/AIDS-related deaths in HIV epidemic regions caused by contaminated plasma donation in central China. AIDS Care. 2010 Sep;22(9):1123-9. doi: 10.1080/09540121003615087
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  26. “Vi furono 6990 nuovi casi di di HIV/AIDS e 1214 morti. Furono analizzate le caratteristiche della popolazione, la sopravvivenza e le cause della morte. La quasi totalità dei morti (99.0%) era di nazionalità HAN (caratteristica della popolazione delle zone rurali della Cina centrale), i maschi erano il 62,0% , dei quali il 64% sposati, e nel 93,7% con basso livello di istruzione. I pazienti con AIDS rappresentavano il 93,2% e solo il 6.8% erano portatori di HIV. Il 65,5% dei casi erano ex donatori di plasma e riceventi di sangue o prodotti del sangue. La principale causa di morte erano le malattie AIDS-correlate nella proporzione del 71,9%. Il periodo di sopravvivenza medio dopo la conferma di HIV positività fu di 62 giorni ( Range=14-151 giorni). 436 persone (35,9%) morirono entro un mese e 959 (79,0%) entro sei mesi dopo essere stati confermati HIV positivi”. LI N, Sun DY, Ma YM, Zhu Q, Wang Z.: The newly reported HIV/AIDS cases and death of HIV cases from 2008 to 2009 in Henan province Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2010 Nov;44(11):999-1
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  27. LIU HX, Wang L, Qin QQ, Ding ZW, Wang N. Impact of delayed diagnoses bias on the estimation of AIDS incubation Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2011 Sep;32(9):892-5.
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  28. CHEN SL, Bai GY, Li QM, Li BJ, Hui YL, Liang L, Wang W, Chen ZQ, Lu XL, Wang XF, Zhang YQ, Zhao HR. Retrospective cohort study on period of incubation and survival among former commercial plasma donors infected with HIV in Hebei province. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2012
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  29. CHEN SL, Zhao HR, Zhang YQ, Zhao CY, Li BJ, Bai GY, Liang L, Chen ZQ, Hui YL, Wang W, Lu XL. : A retrospective cohort study on the natural history of AIDS caused by blood transfusion. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi. 2012 Jul;33(7):658-62.
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  30. ZHAO YS, Su SI, Lv CX, Zhang XF, Lin L, Sun XG, Lin B, Fu JH Seroprevalence of hepatitis C, hepatitis B virus and syphilis in HIV-1 infected patients in Shandong, China. Int J STD AIDS. 2012 Sep;23(9):639-43. doi: 10.1258/ijsa. 2012.011411.Per quanto riguarda i test eseguiti nel sangue per la trasfusione nelle zone rurali, va citato un lavoro dal CDC di Pechino, dove si rivela che il sangue prelevato in 3 Centri di Raccolta nella Cina rurale dall’ Ottobre al Dicembre 2003,veniva testato per l’Antigene di superficie dell’ Epatite B (HBsAg) per il Virus Epatite C (HCV), e per la Sifilide con metodi poco sensibili. Vale a dire che molti positivi non venivano rilevati e ciò : “ poteva causare infezioni per un numero inaccettabile di riceventi quel sangue”. In proposito va rilevato che la data di pubblicazione del lavoro (2010) riporta dati ottenuti 7 anni prima (2003 !), inoltre non si parla di HIV, Dunque non si testava ancora per l’HIV dopo tutto quello che era emerso nei donatori commerciali, e ben 20 anni dopo l’introduzione dei tests (1984)? Vedi: LIU S, Figueroa P, Rou K, Wu Z, Chen X, Detels R. : Safety of the blood supply in a rural area of China. J Acquir Immune Defic Syndr. 2010 Feb;53 Suppl 1:S23-6. doi: 10.1097/QAI.0b013e3181c7d494.
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  31. “Venne selezionato a caso un villaggio dei 38 colpiti dalla pandemia da HIV/AIDS nella provincia dell’HENAN: vennero raccolti i dati demografici di ciascun residente (medici, soggetti con HIV/AIDS, insegnanti ed altri). Su 2335 residenti 484 (20,3%) erano ex donatori, 107 (4,6%) erano affetti da HIV/AIDS , il 93% dei quali si erano infettati mediante la donazione di sangue commerciale “. L’analisi epidemiologico sociale evidenziò quanto segue: individualmente i fattori di rischio furono il basso livello di istruzione e la donazione di plasma, socialmente l’epidemia era correlata a geografia, parentela e conformismo, strutturalmente il fattore macro strutturale correlato era la politica di sostegno (endorsement) dei prodotti nazionali del sangue; infine, fattori microstrutturali furono la povertà “. YAN J, Xiao S, Zhou L, Tang Y, Xu G, Luo D, Yi Q. : A social epidemiological study on HIV/AIDS in a village of Henan Province, China. AIDS Care. 2013;25(3):302-8. doi: 10.1080/09540121.2012.701724. Epub 2012 Jul 27.
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  32. LI J, Ma Y, Yang W, Sun D, Zhu Q2, Wang Z. Study on risk factors of hepatitis C virus infection among Han population in Henan province]. Zhonghua Yu Fang Yi Xue Za Zhi. 2014 Nov;48(11):985-9.
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  33. CAI LN, Zhu SW, Zhou C, Chen BA, Sun J.: Analysis on HIV Infection Status of Voluntary Blood Donors in Chinese Nanjing Area from 2003 to 2013 Zhongguo Shi Yan Xue Ye Xue Za Zhi. 2014 Sep;22(5):1422-7. doi: 10.7534/j.issn.1009-2137.2014.05.045.
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  34. Pierre HASKI “ex corrispondente all’estero per AFP e Liberation, a Johannesburg, Gerusalemme e Pechino. Cofondatore del sito web francese indipendente , Rue89.com. Haski si reca clandestinamente nei “villaggi dell’’AIDS” nell’Henan, eludendo i rigidi controlli della polizia. Infatti, i governanti della regione cercano in tutti i modi di nascondere la realtà, ostacolando l’accesso non solo ai giornalisti, ma anche ai medici ed agli attivisti anti AIDS, che accorrono per prestare assistenza e fornire informazioni preziose ai malati ed alla popolazione   In quei villaggi: “… all’orrore della malattia si aggiunge quello della miseria e dell’oppressione. Ma ancora più insopportabili sono il silenzio, l’ignoranza e il disprezzo che si incontrano una volta abbandonati quei posti”. Nel primo viaggio Pierre riesce ad intervistare decine di contadini in diversi villaggi, molti sono affetti i dalla misteriosa “febbre”. Tutti hanno venduto il sangue. Intere famiglie sono colpite: “ Tutti parlano della ventata di follia che si è abbattuta su questa regione dove, come per miracolo, per guadagnarsi da vivere bastava allungare il braccio. Molti contadini si recavano ogni giorno al centro di raccolta del prezioso liquido, qualcuno addirittura due volte al giorno. La spiegazione è sempre la stessa: ‘Senza quei soldi non potevamo costruirci una casa ed era impossibile trovare moglie’ Siamo molto poveri, la terra non ci basta’ ”. Cominciano comparire i primi orfani: tre bambini hanno perso entrambi i genitori. morti di AIDS, ed uno dei tre, la bimba più piccola, è sieropositiva. La situazione, resa nota fin dal 1995 al Governo centrale di Pechino, induce quest’ ultimo a prendere provvedimenti anche per la risonanza internazionale che   ne segue ( stampa,TV e soprattutto l’UNAIDS, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la lotta all’AIDS). Viene vietata per legge la raccolta di sangue a pagamento (1995) e, con molto ritardo, il trattamento farmacologico dei malati (2002). Pure limitate o del tutto assenti sono le campagne di informazione alla popolazione e l’assistenza agli orfani. Si assiste invece ad un braccio di ferro tra Pechino e la Provincia che addirittura boicotta le direttive del Governo centrale. La situazione è paradossale, al punto che un consigliere del Governo di Pechino arriva a ringraziare Pierre per i suoi reportages su “Liberation” nel 2001. perchè, come quelli del “New York Times” nel 2000, hanno permesso “di mettere il governo dell’Henan di fronte alle sue responsabilità”. Nel 2001, il “Quotidiano del popolo”, organo del PCC, aveva dovuto ammettere per la prima volta che: “Negli anni Novanta alcuni individui hanno acquistato grosse quantità di plasma sanguigno dai contadini dell’HENAN, provocando la diffusione del virus dell’AIDS tra i donatori remunerati”. Bastano queste poche citazioni per capire quanto complessa e contraddittoria sia stata la vicenda, che si è arricchita di molte altri documenti più recenti che verranno citati più avanti.
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  35. Yan LIANKE , celebre in patria e nel mondo per aver vinto prestigiosi premi Letterari ( tra i quali i 2 più importanti della Cina ), pubblica un romanzo (censurato in Cina), a “Il sogno del villaggio dei Ding” .E’ la storia vera dell’ epidemia di AIDS che si abbatte nelle campagne cinesi dell’ Henan, epidemia diffusa nei donatori di plasma (e loro familiari), contadini poveri cui viene offerta questa opportunità di guadagnare denaro per migliorare la loro miserabili condizioni di vita e costruirsi una casa di mattoni. Yan Lianke è nato nel 1958 nell’Henan ed è un testimone diretto degli eventi che descrive con grande leggerezza, malgrado la loro terrificante tragicità. Usa infatti un geniale ed irreale espediente: quello di far raccontare la storia ad un bambino (peraltro morto), che vede le cose come in una favola, dove orchi e mostri sono la realtà, ma c’è anche un vecchio insegnante, nonno compassionevole e preveggente, nonché di personaggi che sanno riscattarsi dalla tragedia con l’amore. Il mostro più repellente è il capo villaggio, il funzionario del partito comunista che ha promosso il grande “business” della vendita del plasma e che   gestisce anche in proprio per arricchirsi ed accrescere il suo potere. Personaggio tutt’altro che di fantasia.
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  36. PIGNATTA P.BERTONE S. Sangue e affari. Uno scandalo internazionale nell’industria dei farmaci. Ed,F.lli Frilli Genova, 2004. Pagg. 229-242 Va senz’altro riconosciuto a questi due AA il merito di aver riportato tra i primi in Italia lo scandalo della trasmissione dell’HIV nei donatori di plasma, fornendo informazioni largamente corrette. Viene invece fornita una informazione del tutto erronea riguardante i CDC (Centers for Disease Control e Prevention) di Atalanta (USA), dei quali si afferma che: “tanta parte ha(nno) giocato nella vicenda delle infezioni da HIV e da HCV trasmesse con i concentrati di Fattore antiemofilia prodotti, negli anni Ottanta, dalle case farmaceutiche statunitensi”. I CDC di Atalanta non sono per nulla associati alle Multinazionali responsabili della diffusione dell’HIV negli emofilici. I CDC (USA) avevano invece documentato e lanciato per primi l’allarme sulla potenziale pericolosità di quei prodotti fin dal 1981, grazie al sagace lavoro di due lungimiranti epidemiologi : Bruce EVATT e Donald Francis (vedi Douglas STARR op cit: Cap.15 pagg.266-274). Infine i CDC di cui si parla nel saggio sono del tutto Cinesi, istituiti dal Ministero della Sanità Cinese, chiamati come quelli americani per svolgere analoghe funzioni di indagini epidemiologiche, ma che non hanno nulla a che fare con questi ultimi. I rapporti del Governo Centrale Cinese di Pechino e degli scienziati cinesi con i colleghi USA ( e non solo USA), come abbiamo ampiamente documentato, sono stati di fondamentale importanza per la scoperta, lo studio e l’adozione di provvedimenti per contrastare l’epidemia, (vedi NOTA 3 pag.14). Infine, è stato denunciato che parte del plasma ottenuto dalla plasmaferesi commerciale in Cina sia stato anche esportato all’estero (ne parleremo più avanti), ma a mia conoscenza, su questo punto non vi è una documentazione certa. Per quanto riguarda gli USA, il citato He AIFANG parla di contatti con Liu Quanxi che però non andarono in porto. He afferma che Liu lasciò perdere l’affare perché voleva gestire la cosa in proprio, ma è più probabile che gli americani, scottati dallo scandalo AIDS/Emofilia, pretendessero garanzie sulla qualità del plasma (almeno per i test per l’ HIV!).
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  37. MEDIA 2001 – 2207:
    BBC (2001) “ Un rapporto delle Nazioni Unite avverte che la Cina è sull’orlo di un’epidemia di AIDS di proporzioni catastrofiche….. alla fine dell’ultimo anno fino ad un milione e mezzo di persone in Cina erano infettati con l’HIV.  Se non verranno adottati efficaci provvedimenti il numero di persone infettate in Cina potrebbe arrivare a dieci milioni nel duemila e dieci ….. Decine di migliaia di contadini delle campagne vennero infettati dopo aver venduto il loro sangue in centri di raccolta che non usavano appropriate procedure di sicurezza.”.

    La Repubblica(2003)
    : scrive l’inviato Pietro DEL RE: “ Nella regione dello Henan un milione e mezzo di contadini sono stati contagiati dopo aver venduto plasma allo Stato” Il cronista era entrato clandestinamente nel villaggio di Shijun e riporta la testimonianza di un contadino di 43 anni in AIDS conclamata, il quale : “Tra il 1992 e il 1995, incoraggiato dalle autorità nella sua Provincia, e costretto dalla povertà, vendette il proprio sangue (Plasma) cinquecentocinquanta volte”.

    Science 200
    4 (Jun 4;304(5676): 1430-2, 1439). Vengono riportate le informazioni del Titanic Peril e le testimonianze di diversi personaggi come Sun Fuli, il sieropositivo (infettato da una trasfusione), al quale il Premier Wan Jibao strinse la mano; il vice ministro Wang Lodge che vanta un “grosso cambiamento” nella politica per l’AIDS delGoverno; l’infermiera Wei Jian Li che controlla giornalmente che i malati di AIDS in un villaggio assumano correttamente la terapia; ma intervista anche il giornalista Zhang Jicheng, licenziato per aver divulgato la storia del sangue nell’Henan (vedi INSERTO 3). Le gravi carenze del sistema sono riassumibili in un solo dato: i centri sentinella in Cina sono circa 200, in Thailandia,con una popolazione che è il 5% di quella cinese, sono 500.The Lancet ( Vol 168, 9 December 2006 page 2046) tratta dei bambini orfani per la morte dei genitori per AIDS contratta dalla donazione di sangue documentata da un documentario girato in un villaggio dell’Anhui: The Blood of Yingzhou District (Chidren). I bambini spesso non vengono curati nel loro villaggio perché molte persone hanno il terrore di poter essere infettate dal contatto con loro. (INSERTO 5) Molti articoli di Agenzie e Riviste occidentali e cinesi denunciano il persistere di raccolte illegali di sangue fino al 2007. Vedi: “Nation in Crucial Period for AIDS Prevention,” Xinhua News Agency, 8 April 2004; Zhang Feng, “Suppliers of Blood Under Investigation,” China Daily, 30 July 2004, p. 1;“China closes blood agencies to curb AIDS,” China Daily, March 28, 2005; “China Arrests 15 in AIDS Crackdown”, Washington Post, April 13, 2005. China says faces threat from illegal blood sales,” Reuters, June 14, 2007, da: Aids Blood Scandals Asia Catalyst op cit. pag.38
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  38. Relazioni 2007 – 2015
    1)
    A Joint Assessment of HIV/AIDS Prevention, Treatment and Care in China : A Joint Assessment 2007
    2)
    HIV and AIDS in China – HIV and AIDS Information : AVERT 2013
    3) 2014 China AIDS Response Progress Report : UNAIDS China 2014
    4)
    2015 China AIDS Response Progress Report : UNAIDS China 2015  I documenti verranno di seguito citati con le sigle sopra riportate in grassetto.
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